lunedì 18 aprile 2016

ROSSO ISTRIA, le riprese a Padova. Un film di Maximiliano Hernando Bruno




Il film di Maximiliano Hernando Bruno racconta la vicenda di Norma Cossetto
A Padova sono iniziate le riprese  del film  “Rosso Istria – I giorni della vergogna”, dedicato al dramma dell’esodo da Fiume, Giulia e Dalmazia e in  particolare sulla tragica vicenda di Norma Cossetto, torturata, violentata e gettata in una foiba. Era una giovanissima studentessa istriana, laureanda all’Università di Padova nella facoltà di Lettere e Filosofia. In quei giorni del 1943 stava preparando la tesi intitolata “Istria Rossa”, riferendosi ai giacimenti di bauxite della zona, fu barbaramente violentata e poi uccisa dai partigiani slavo comunisti a soli 23 anni.
Il regista, Maximiliano Hernando Bruno, è un giovane attore italo-argentino, molto attento, dietro ai suoi occhiali da sole a specchio non tralascia particolari e rimproveri di scena. 
Le riprese patavine si effettueranno nella cornice dello storico Caffè Pedrocchi e Via del Municipio che divide Palazzo Bo, sede dell’Università di Padova e Palazzo Moroni, sede dell’attuale Municipio, dal pennacchio del quale sventola la bandiera sabauda prestata dal Signor Roman, esponente delle Guardie delle Reali Tombe del Pantheon.; proseguiranno ad Arquà Petrarca,  dove saranno girate le scene finali.
Tra i protagonisti del film, la cui sceneggiatura è stata scritta da Antonello Belluco, regista eclettico e già impegnato sul tema dei tragici fatti degli eccidi per mano dei partigiani, ricordando il bellissimo quanto boicottato “Segreto di Italia” sulla strage di Codevigo, c’è Selene Gandini che impersona Norma e il grande Giorgio Albertazzi nei panni del Professor Ambrosi, che tanto aiutò la Cossetto. “Rosso Istria” sarà presentato alla prossima Mostra del Cinema di Venezia e uscirà nelle sale alla fine del 2016. «Abbiamo voluto trattare un argomento delicato con obiettività rispettando con rigore i fatti storici, anche per spiegare alle giovani generazioni quanto è accaduto e per rendere in qualche modo giustizia alle popolazioni che hanno vissuto enormi sofferenze», ha commentato Alessandro Centenaro, responsabile dell’organizzazione. Per 60 anni si è voluto negare perché fa paura la verità. Ora la verità sarà sul grande schermo.
Marina Buffoni