venerdì 25 novembre 2016

Geraldine Chaplin racconta l'esodo nel film RED LAND (Rosso Istria) di Maximiliano Hernando Bruno


Geraldine Chaplin: «Racconto l’esodo»

La figlia del grande Charlot è a Trieste per girare “Rosso Istria” film sulla morte di Norma Cossetto

TRIESTE. Geraldine Chaplin è a Trieste. L'attrice britannica, figlia primogenita di Charlie Chaplin e della sua quarta moglie Oona O'Neill, nipote del drammaturgo statunitense Premio Nobel per la letteratura Eugene O'Neill, è arrivata ieri pomeriggio in città con l'intenzione di trattenersi solo per un giorno, impegnata al Magazzino 18 sul set del film "Rosso Istria". Il lungometraggio, che porterà la firma dell'attore argentino Maximiliano Hernando Bruno, passato per la prima volta dietro alla macchina da presa, è ispirato alle vicende di Norma Cossetto, studentessa istriana seviziata e uccisa da un gruppo di partigiani nel 1943. Prodotto dalla Venice Film, "Rosso Istria" è stato scritto da Antonio Belluco, già al centro di polemiche per il suo precedente "Il segreto di Italia". Uno dei produttori, Alessandro Centenaro, mette le mani avanti: «Questa non è una storia di parte - afferma - e siamo indignati che la Film Commission Fvg non abbia sostenuto il progetto». «Il progetto è stato esaminato dalla commissione - replica Federico Poillucci, presidente della Film Commission - la valutazione non dipende solo dalla valenza storica e territoriale del progetto, ma anche da criteri di tipo industriale, produttivo e distributivo che non erano sufficienti». Accanto a Geraldine Chaplin, estranea a qualsiasi polemica, nel cast sono annunciate altre presenze internazionali come quella di Franco Nero, Sandra Ceccarelli ma anche dell'attore del Teatro Stabile Sloveno Romeo Grebenšek, arrivato attraverso l'agenzia TriesteCasting a uno dei ruoli principali. Geraldine Chapline ha settantatré anni in un corpo agile come quello di una ragazzina. Colei che ha vestito i celebri panni di Tonya, la moglie di Omar Sharif nel film di David Lean "Il dottor Zivago" ricorda il passato con affetto ma vive con entusiasmo il presente.


Che ruolo interpreta in "Rosso Istria"?
«Il ruolo di Giulia Visantrin, - risponde - amica dei Cossetto. È una piccola apparizione che fa da cornice alla storia. Appare all'inizio, quando è ancora bambina, e alla fine, quando è ormai una donna anziana che ricorda i fatti traumatici del passato. È un film sulla memoria, e suoi ricordi che non svaniscono. Si pensa che il tempo possa cancellare tutto, curare le ferite, ma non è così. Anzi, le memorie atroci ti accompagnano per tutta la vita. Giulia ha vissuto qualcosa di terribile e vuole che si sappia».
Conosceva i fatti storici che riguardano l'esodo istriano prima di accettare la parte?
«No, non questi in particolare. Ma in ogni guerra ci sono mille storie. Prima le raccontano i vincitori, poi gli sconfitti, e in mezzo ci sono altre mille storie da raccontare, piene di dolore e atrocità. Maximiliano, il regista, vuole che non si dimentichi».
Cos'è che l'ha convinta ad accettare questa parte?
«Mi è piaciuta subito la sceneggiatura per come è impostata, è molto particolareggiata. È come se ci fossero già gli stacchi, puoi già intuire quello che sarà il film una volta montato. C'è un'idea molto precisa di regia».
E qual è il messaggio?
«Non mi pare che ci sia un messaggio. Odio i film con un messaggio. Semplicemente c'è un monito, un invito a non dimenticare il passato. Ci sono storie che non si raccontano a scuola. Ed è questo il caso».
Sulla carta sembra una storia di divisioni. Forse il film dovrebbe proprio mettere in guardia dai pericoli delle divisioni?
«Speriamo che la storia non si ripeta, ma tutto sembra portare in quella direzione. E in questo senso dico che qualsiasi opportunità di ricordare il passato va colta. Soprattutto l'arte deve occuparsene. E soprattutto in tempi come questi».
Immagino che essere la figlia di un grande come Charlie Chaplin comporti onori e oneri.
«È semplicemente fantastico, non c'è un solo aspetto negativo. Non solo perché è stato il genio del secolo scorso, e probabilmente continua ad esserlo, ma anche perché la gente lo amava».
Ha lavorato anche nel cinema italiano. Zeffirelli, Guadagnino, Muccino…
«E anche con Nelo Risi, nel 1966. Ci pensavo proprio l'altro giorno perché anche quella era una storia di



Geraldine Chaplin nel Film Opera Prima di Maximiliano Hernando Bruno RED LAND (Rosso Istria)




La figlia di Chaplin arriva a Trieste per il film verità sulle Foibe

Geraldine Chaplin, figlia primogenita di Charlie Chaplin, è arrivata a Trieste per le riprese di “Rosso Istria – I giorni della vergogna”, il film scomodo che racconta la storia di Norma Cossetto e le persecuzioni partigiane
Geraldine Chaplin, figlia primogenita di Charlie Chaplin e della sua quarta moglie Oona O’Neill, è arrivata a Trieste pronta a vestire i panni di Giulia sul set del film “Rosso Istria – I giorni della vergogna”.


La pellicola racconta la storia di Norma Cossetto, giovane studentessa istriana che, nel 1943, è stata gettata nella foiba di Villa Surani dai partigiani jugoslavi.
“Un film sulla memoria e sui ricordi che non svaniscono. Si pensa che il tempo possa cancellare tutto, curare le ferite, ma non è così. Anzi, le memorie atroci ti accompagnano per tutta la vita”. Ha commentato la Chaplin a Il Piccolo di Trieste a proposito del lungometraggio che l’ha condotta a varcare la soglia di quel “luogo pieno di fantasmi” – come lei stessa lo ha definito – che è il Magazzino 18. L’ormai famoso deposito di masserizie degli esuli, vero e proprio sacrario della memoria storica, dove si svolge la scena iniziale del film.
Il film
Il soggetto è di Antonio Belluco, figlio di esuli, mentre alla regia debutta il giovane attore italo-argentino Maximiliano Hernando Bruno. La produzione è targata Venice Film srl. La pellicola, ambientata tra Trieste, Padova e Grisignana d’Istria si concentra sulla storia della ventitreenne Norma Cossetto dalla cui tesi di laurea in lettere e filosofia è tratto anche il titolo del film. Una tesi che Norma non riuscirà a discutere perché, all’indomani dell’8 settembre, pagherà con la vita la scelta di non unirsi al movimento partigiano attivo in quei territori. Arrestata e condotta nell’ex-caserma della Guardia di Finanza di Parenzo, venne legata ad una tavola di legno e ripetutamente abusata dai suoi carcerieri. La notte tra il 4 e 5 ottobre fu gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani da cui sarà estratta ormai cadavere, insieme ad altri 26 prigionieri, qualche giorno più tardi.
Una nuova sfida per la cultura

Anche se, come ha confermato la Chaplin, il film non contiene un messaggio politico ma semplicemente “un monito, un invito a non dimenticare il passato”, la cultura italiana è ancora ostaggio della “storiografia dei vincitori”. Basti pensare all’accoglienza riservata alla pellicola sull’eccidio partigiano di Codevigo dal titolo “Il segreto di Italia”, precedente fatica di Belluco, ma anche a “Magazzino 18”, celebre pièce teatrale di Simone Cristicchi. Entrambe le opere, duramente boicottate da Anpi e centri sociali, devono la loro diffusione al passaparola del pubblico, al sostegno delle famiglie delle vittime ed a quanti credono che la verità storica sia un passaggio chiave per la pacificazione nazionale. Una scommessa troppo rischiosa per i produttori cinematografici che spesso preferiscono fare marcia indietro, come potrebbe esser accaduto alla Film Commission Fvg che – per ragioni “meramente industriali” – ha deciso di non contribuire alla realizzazione del film sulla Cossetto.