di Francesca Monti
E’ un giovane e affascinante attore, di grande talento, lo abbiamo visto in tv nelle fiction “Squadra Antimafia 3” e “Cugino e cugino”, al cinema nei film “Caribbean Basterds” e “My Name is Ernest” e ora è tra i protagonisti della pellicola di Salvatore Chiosi “Il Leone di vetro”, di cui è anche produttore. Lui è Maximiliano Hernando Bruno e in questa intervista che ci ha gentilmente concesso ci ha parlato del suo personaggio Spartaco Biasin, del film “My Name is Ernest” in cui veste i panni del caporale Amedeo e del ruolo che gli piacerebbe interpretare, Zorro.
Maximiliano, nel film “Il Leone di Vetro” interpreti Spartaco Biasin. Puoi parlarci del tuo personaggio?
“Spartaco è il personaggio reazionario della famiglia Biasin. Un giovane che insegue i suoi ideali, che combatte per questi. La grandezza di Venezia, del Leone di San Marco, sono ben saldi in lui. E’ cresciuto con i racconti di suo Nonno (Alvise Biasin), racconti di battaglie sanguinose, di eroi, di grandi imprese da parte della Repubblica di Venezia. Questo lo spinge ad andare in guerra per combattere a Lissa, a fianco degli Austriaci, ed evitare la conquista del Veneto da Parte dell’Italia. Tornato a casa si ritrova a dover combattere contro un referendum per l’annessione del Veneto al Regno D’Italia. Tutto questo proietterà il giovane all’interno di un vortice senza uscita. Spaccature in famiglia, conflitti amorosi e tradimenti metteranno a dura prova Spartaco costringendolo ad una dura scelta finale”.
Nel ruolo di Spartaco ("Il Leone di Vetro") |
Oltre che attore sei anche produttore de “Il Leone di Vetro”, cosa ti ha spinto a credere in questo progetto?
“Quando mi è capitato fra le mani il soggetto di "Il Leone di vetro" ho subito pensato ad una storia avvincente. Una storia poco conosciuta che valeva la pena raccontare sul grande schermo. Qualcosa avvenuto più di cento anni fa ma per molti aspetti una storia molto attuale. Per esempio si parlava di referendum, tasse, famiglie costrette ad immigrare in cerca di una vita migliore. Ma anche guerra, amore, tradimenti...insomma tutti gli ingredienti per un bel film”.
Nel ruolo del caporale Amedeo ("My Name is Ernest") |
Nel film “My Name is Ernest" presentato al teatro La Fenice di Venezia interpreti invece il caporale Amedeo…
“Per interpretare il caporale Amedeo ho cercato di rivivere il mio periodo da caporale nell'esercito italiano, quando ero un paracadutista della Folgore. Ho semplicemente rivissuto quella esperienza riportandola sul set. Era l'unica cosa più vicina ad uno scenario di guerra nella mia vita...fortunatamente. Anche se nulla può paragonarsi ad una guerra vera, ho semplicemente ricreato il malessere di dover essere lontano da casa, dai propri cari, dalla ragazza per un lungo periodo. Solitudine, mancanza di libertà, essere costretti a fare qualcosa che non è stato scelto da te....ma imposto da qualcun altro. Ho tirato fuori tutto questo e l'ho riportato nella mia interpretazione”.
"Caribbean Bastards" |
Ti abbiamo visto al cinema nel film “Caribbean Basterds” e in tv nelle fiction “Cugino e cugino” e “Squadra Antimafia 3” . Che ricordo hai di queste esperienze lavorative?
“Ognuno di questi lavori mi ha lasciato dentro qualcosa di importante. In “Caribbean Basterds” ho avuto la possibilità di lavorare con un vero e proprio mito vivente come il regista Enzo G. Castellari. Da bambino andavo al cinema a vedere i suoi film. Sono cresciuto con film come “L’ultimo Squalo”, “I Guerrieri del Bronx”, “Keoma”, ecc. Ritrovarmi in Venezuela in un Action Movie da lui diretto, interpretando un protagonista di un suo film…è stato un sogno divenuto realtà. In televisione poi ho avuto la fortuna di far parte della terza stagione di una delle serie televisive di maggior successo in Italia come “Squadra Antimafia - Palermo Oggi”. Un prodotto che racconta qualcosa di veramente nostro e non imita nessun altro format americano. Girato in maniera egregia e con un montaggio avvincente rappresenta senz’altro uno dei migliori prodotti Televisivi Italiani di sempre. Infine in “Cugino e Cugino” ho recitato a fianco di due mostri sacri della tv come Giulio Scarpati e Nino Frassica. Per Nino ho sempre avuto una specie di adorazione fin da bambino. Ritrovarmi a fare una performance di canto e ballo insieme a lui stile “Blues Brothers” non ha prezzo. Poi non posso dimenticare anche il grande Francesco Paolantoni, un vero mito fin dai tempi di “Mai Dire Gol ”. Questa fiction è fortemente collegata anche al mio ultimo lavoro “Il Leone Di Vetro”. Infatti fu proprio durante le riprese di questa serie che conobbi il regista Salvatore Chiosi. All’epoca diventammo grandi amici e cominciai a seguire i suoi lavori soprattutto a teatro. Quando cercavamo un regista per “Il Leone Di Vetro” pensai subito a lui. Serviva un regista con una grande sensibilità per raccontare questa storia, qualcuno veramente bravo a dirigere gli attori. Serviva anche un regista capace di improvvisare, di rendere questa storia avvincente, qualcuno che raccontasse con il cuore. Lui aveva tutte queste caratteristiche”.
C’è un ruolo che ti piacerebbe interpretare?
“Ho avuto la fortuna di interpretare molti personaggi diversi nella mia carriera e ognuno di questi con caratteristiche particolari. Pensate che già da bambino a teatro il mio primo ruolo fu quello di interpretate una bambina. Tenendo in considerazione le mie caratteristiche fisiche penso che sarei un ottimo Zorro. Comunque il bello di questo lavoro è che non sai mai quello che ti verrà proposto in futuro”.
Hai iniziato la tua carriera nel mondo della moda. Quando hai capito che avresti voluto fare l’attore?
“In realtà ho iniziato a fare moda a Milano mentre già frequentavo le mie prime scuole di teatro a Roma. Facevo avanti e indietro tra Roma e Milano cercando di portare avanti entrambe le cose. Quando questo è diventato complicato ho dovuto fare una scelta. Ho seguito il mio cuore. La moda è un mondo effimero e temporaneo. Il cinema è arte…ed è per sempre”.
Sei nato a Buenos Aires, hai vissuto a Roma, Los Angeles, Padova, Madrid. Qual è la città a cui sei più legato?
“Ogni città è per me come una madre che mi ha allattato per un certo periodo della mia vita. Amo tutte queste città e mi sento a casa in ognuna di queste. Certamente Roma è la città dove sono cresciuto, dove ho avuto i primi amori, dove vive la mia famiglia. Roma ha qualcosa che non posso trovare da altre parti”.
In quali progetti ti vedremo prossimamente?
“Sto lavorando a tanti progetti contemporaneamente. In questo lavoro semini dieci per raccogliere uno. Ora come ora sia come attore, scrittore e produttore sto seminando tanto. Vedremo cosa crescerà per prima”.
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