venerdì 25 novembre 2016

Geraldine Chaplin nel Film Opera Prima di Maximiliano Hernando Bruno RED LAND (Rosso Istria)




La figlia di Chaplin arriva a Trieste per il film verità sulle Foibe

Geraldine Chaplin, figlia primogenita di Charlie Chaplin, è arrivata a Trieste per le riprese di “Rosso Istria – I giorni della vergogna”, il film scomodo che racconta la storia di Norma Cossetto e le persecuzioni partigiane
Geraldine Chaplin, figlia primogenita di Charlie Chaplin e della sua quarta moglie Oona O’Neill, è arrivata a Trieste pronta a vestire i panni di Giulia sul set del film “Rosso Istria – I giorni della vergogna”.


La pellicola racconta la storia di Norma Cossetto, giovane studentessa istriana che, nel 1943, è stata gettata nella foiba di Villa Surani dai partigiani jugoslavi.
“Un film sulla memoria e sui ricordi che non svaniscono. Si pensa che il tempo possa cancellare tutto, curare le ferite, ma non è così. Anzi, le memorie atroci ti accompagnano per tutta la vita”. Ha commentato la Chaplin a Il Piccolo di Trieste a proposito del lungometraggio che l’ha condotta a varcare la soglia di quel “luogo pieno di fantasmi” – come lei stessa lo ha definito – che è il Magazzino 18. L’ormai famoso deposito di masserizie degli esuli, vero e proprio sacrario della memoria storica, dove si svolge la scena iniziale del film.
Il film
Il soggetto è di Antonio Belluco, figlio di esuli, mentre alla regia debutta il giovane attore italo-argentino Maximiliano Hernando Bruno. La produzione è targata Venice Film srl. La pellicola, ambientata tra Trieste, Padova e Grisignana d’Istria si concentra sulla storia della ventitreenne Norma Cossetto dalla cui tesi di laurea in lettere e filosofia è tratto anche il titolo del film. Una tesi che Norma non riuscirà a discutere perché, all’indomani dell’8 settembre, pagherà con la vita la scelta di non unirsi al movimento partigiano attivo in quei territori. Arrestata e condotta nell’ex-caserma della Guardia di Finanza di Parenzo, venne legata ad una tavola di legno e ripetutamente abusata dai suoi carcerieri. La notte tra il 4 e 5 ottobre fu gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani da cui sarà estratta ormai cadavere, insieme ad altri 26 prigionieri, qualche giorno più tardi.
Una nuova sfida per la cultura

Anche se, come ha confermato la Chaplin, il film non contiene un messaggio politico ma semplicemente “un monito, un invito a non dimenticare il passato”, la cultura italiana è ancora ostaggio della “storiografia dei vincitori”. Basti pensare all’accoglienza riservata alla pellicola sull’eccidio partigiano di Codevigo dal titolo “Il segreto di Italia”, precedente fatica di Belluco, ma anche a “Magazzino 18”, celebre pièce teatrale di Simone Cristicchi. Entrambe le opere, duramente boicottate da Anpi e centri sociali, devono la loro diffusione al passaparola del pubblico, al sostegno delle famiglie delle vittime ed a quanti credono che la verità storica sia un passaggio chiave per la pacificazione nazionale. Una scommessa troppo rischiosa per i produttori cinematografici che spesso preferiscono fare marcia indietro, come potrebbe esser accaduto alla Film Commission Fvg che – per ragioni “meramente industriali” – ha deciso di non contribuire alla realizzazione del film sulla Cossetto.



























































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