La figlia di Chaplin arriva a Trieste per il film verità sulle Foibe
Geraldine Chaplin, figlia primogenita di Charlie Chaplin, è arrivata a Trieste per le riprese di “Rosso Istria – I giorni della vergogna”, il film scomodo che racconta la storia di Norma Cossetto e le persecuzioni partigiane
Geraldine Chaplin, figlia primogenita di Charlie Chaplin e della sua quarta moglie Oona O’Neill, è arrivata a Trieste pronta a vestire i panni di Giulia sul set del film “Rosso Istria – I giorni della vergogna”.
Geraldine Chaplin, figlia primogenita di Charlie Chaplin, è arrivata a Trieste per le riprese di “Rosso Istria – I giorni della vergogna”, il film scomodo che racconta la storia di Norma Cossetto e le persecuzioni partigiane
Geraldine Chaplin, figlia primogenita di Charlie Chaplin e della sua quarta moglie Oona O’Neill, è arrivata a Trieste pronta a vestire i panni di Giulia sul set del film “Rosso Istria – I giorni della vergogna”.
La pellicola racconta la storia di Norma Cossetto, giovane studentessa istriana che, nel 1943, è stata gettata nella foiba di Villa Surani dai partigiani jugoslavi.
“Un film sulla memoria e sui ricordi che non svaniscono. Si pensa che il tempo possa cancellare tutto, curare le ferite, ma non è così. Anzi, le memorie atroci ti accompagnano per tutta la vita”. Ha commentato la Chaplin a Il Piccolo di Trieste a proposito del lungometraggio che l’ha condotta a varcare la soglia di quel “luogo pieno di fantasmi” – come lei stessa lo ha definito – che è il Magazzino 18. L’ormai famoso deposito di masserizie degli esuli, vero e proprio sacrario della memoria storica, dove si svolge la scena iniziale del film.
Il film
Il soggetto è di Antonio Belluco, figlio di esuli, mentre alla regia debutta il giovane attore italo-argentino Maximiliano Hernando Bruno. La produzione è targata Venice Film srl. La pellicola, ambientata tra Trieste, Padova e Grisignana d’Istria si concentra sulla storia della ventitreenne Norma Cossetto dalla cui tesi di laurea in lettere e filosofia è tratto anche il titolo del film. Una tesi che Norma non riuscirà a discutere perché, all’indomani dell’8 settembre, pagherà con la vita la scelta di non unirsi al movimento partigiano attivo in quei territori. Arrestata e condotta nell’ex-caserma della Guardia di Finanza di Parenzo, venne legata ad una tavola di legno e ripetutamente abusata dai suoi carcerieri. La notte tra il 4 e 5 ottobre fu gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani da cui sarà estratta ormai cadavere, insieme ad altri 26 prigionieri, qualche giorno più tardi.
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